IL CIELO NON E’ UN LIMITE, lo scriviamo in capslock come piace a lei, è il titolo del nuovo e.p. di M¥SS KETA.
La incontriamo virtualmente tra le nuvole, in uno dei punti più alti di Milano, la Torre Galfa. Lei compare in video davanti a 80 giornalisti divisi in tanti quadratini ed è subito Gianni Boncompagni in cabina regia a Non è La Rai.
Quando M¥SS KETA compare sul monitor mi metto a ridere, arriva sgargiante in un inaspettato tailleur pantalone rosa shoking e capello frisée con frangetta. Sono subito catapultato in una puntata di Non è la Rai e non vedo l’ora di farmi dirigere da M¥SS. “Sono sciura oggi ragazzi, e sono contenta di esserlo, sarà colpa del look”.
Il Cielo non è un Limite è il nuovo e.p. anticipato dai singoli Giovanna Hardcore e DUE, e mostra il lato più dance di M¥SS KETA in un momento in cui di ballare non se ne parla proprio, siamo messi peggio degli studenti di Bomont. Avete presente Footloose?
Ma questo e.p. è un antidoto, è uno sprono a non mollare le proprie ambizioni e a continuare a volare in alto, senza smettere di ballare. Abbiamo bisogno di sfogarci, dopo mesi di repressione forzata e una parentesi di semilibertà ci ritroviamo punto a capo e da ridere non c’è un cazzo.
Sarà che il lockdown ci ha fatto tutti un po’ riflettere e M¥SS KETA torna con un lavoro diretto che non fa sconti, ti urla in faccia facendoti sia sorridere che riflettere.
Su Rider Bitch canta contro il capitalismo in difesa dei Rider, in GHMB diventa una maitress di Berlino, poi cita come riferimenti J.C.Ballard e Crash di Cronenberg, canta in tedesco, inglese e greco antico.
Tutto in sette tracce inno alla dance che passano dalla house di Detroit all’electroclash e in cui la nostra M¥SS KETA si diverte a mutare pelle interpretando per ciascuna delle 7 un personaggio diverso. Dopo la videocall collettiva, ho un incontro privato al telefono, lontano da orecchie indiscrete, come Dodi e Diana altra sua eroina a cui intitola un pezzo prodotto dal suo bf Populous. Ecco cosa ci siamo detti:
Ciao M¥SS come stai? Oggi quando sei apparsa in video call in tailleur e capelli frisée è stato subito Non è la Rai! Mi hai divertito molto e ci voleva dopo questo ritorno in zona rossa…
Madò davvero… Ma secondo te perché io mi vesto così, perché sono la prima che vuole divertirsi! Sono contenta che mi dici questo perché anche io mi sento più tranquilla, serena e allegra, M¥SS ha anche un lato divertente ed è contenta di fare anche divertire.
Il dualismo nella tua musica c’è sempre stato, sei divertente, fai ridere ma in alcuni testi se ti si ascolta bene fai anche pensare, sono cattivelli. Mi viene in mente dal passato Burqa di Gucci e nel presente Rider Bitch…
Il linguaggio di M¥SS è sicuramente più ironico che descrittivo, la satira fa ridere di gusto e poi ci rifletti ed è un riso amaro perché cela una realtà che ti trasmette amarezza.
Senti Il Cielo non ha un Limite, un bel disco HI-NRG contaminato dalla tua leggendaria esperienza da clubber, gli anni del Glitter Club di Milano hanno segnato bene te e RIVA! (il suo produttore ndr)…
Minchia se ci hanno segnato! Ahahahahah Non ne usciamo più dagli stati mentali del Glitter ma non ci uscirei nemmeno tra dieci anni! Comunque è vero, è un disco super dance, super clubbing, proprio quel tipo di atmosfere a cui siamo affezionati noi, fa molto parte di quel mondo.
Quando oggi hai citato in videocall le influenze musicali del disco tra cui Benny Benassi, i Crookers, Miss Kittin, sembrava una mia playlist del Glitter!
Ma Marco… lo sai anche tu, che te lo dico a fare! Musicalmente è un disco super sperimentale e con delle sonorità spinte, cantarle è stato uno sfogo. E’ un disco decisamente da clubbing che esce in un momento in cui non si può andare nei club. Ma ricordatevi che qualsiasi stanza può diventare un club se l’acconciatura è un bel frisèe! La parte clubbing e i concerti mi mancano e ci mancano tantissimo a noi che siamo sempre un po’ stati animali notturni.
Potermi svagare con la musica durante il lockdown è stato salvifico. La musica mi tira sempre fuori da mood brutti e oscuri.
Il bello della musica è che anche se senti la mancanza della collettività puoi usufruirne anche da solo e ti può trasportare in mondi diversi e lontani. E’ immaginifica.
Il Cielo non è un Limite, quando ho letto il titolo la prima cosa che ho pensato è stato il lockdown, quando l’unica cosa visibile dalla finestre di casa è il cielo…
E’ nato esattamente da questo, dal vedere il cielo come un quadro, la finestra come una cornice per poi accorgersi che in realtà tu stai cercando di delimitare una cosa che è infinita, illimitata. Bisogna però cercare di capire che anche il punto di vista in cui ti trovi in un preciso momento ti può dare una visione limitata che però di fatto non lo è. Questa è la leva che volevo azionare, uno spazio che non ha confini, che poi è lo spazio mentale. L’apparenza di guardare qualcosa di ristretto che però in realtà è infinito. Gli spazi esteriori vuoti del lockdown non devono corrispondere ad un deserto interiore è difficile in queste situazioni difficili e complicate riuscire a rimanere aperti mentalmente. Ma dobbiamo ricordarci che possiamo spalancare la mente anche nei momenti più duri.
Questo è anche l’ispirazione dell’artwork realizzato da Davide Busnelli ritrae una M¥SS-jet che vola nel cielo che mi ha divertito un sacco. Mi ha ricordato Lady Gaga e la cover di Born This Way in cui il suo corpo è fuso ad una motocicletta…
ahahahah! E’ una cosa che ha notato anche Riva, alla fine sono io fusa con un aereo e lei era fusa a una motocicletta, ma che ti devo dire Marco… Great mind think the same!
Il tuo artwork è più figo! ahahahah
Ecco magari questo non diciamoglielo, lo sappiamo noi che è meglio M¥SS!
Quali sono state le influenze non musicali di ICNEUL?
La Playstation I con Whipeout 2097 e tutto il suo immaginario, le foto di Helmut Newton in bianco e nero ambientate nei grattacieli di vetro, i libri di J.C.Ballard, un testo di James Bridol che si chiama Nuova Era Oscura che parla del Medioevo digitale. E’ interessante perché è un libro uscito prima della pandemia ma già prevedeva quel che sarebbe successo a livello digitale. I film di David Cronenbherg che adoro. E’ un e.p. carico d’istintività, che contiene tanta della sperimentazione che ci ha sempre contraddistinto. Uscire in questo momento con musica nuova è un onore estremo.
Uno dei personaggi che interpreti nell’e.p. è Lady D. nella canzone Diana prodotta da Populous ormai tuo partner in crime conclamato dopo Xananas, Clique e Hous of Keta. Cosa crea secondo te questa speciale alchimia tra di voi?
Ti do una notizia esclusiva io e Populous in passato siamo stati amanti. Sarà questo? Chi lo sa… La verità è che sì siamo connessi, è inevitabile, abbiamo interessi musicali e non comuni, passiamo molto tempo insieme, siamo amici, ci scambiamo idee e ci capiamo al volo. La base di Diana è pazzesca e Populous si è spinto verso di noi e noi verso lui, si sente che è uno scambio. E’ una canzone raffinata proprio come Lady D.
In Rider Bitch troviamo invece una M¥SS KETA che sfida il capitalismo contro lo sfruttamento dei rider. Sei attualissima con gli scioperi che stanno mettendo in atto a Milano e non solo!
Uno schifo guarda! Uno degli argomenti caldi dell’anno. Rider che erano gli unici a poterci portare qualcosa da una parte all’altra di città deserte, ma schiacciati da un sistema economico indecente e assurdo. Sono quelle contraddizioni del mondo contemporaneo che ti fanno domandare “ma perchè?” Abbiamo ringraziato giustamente categorie di persone in questo lockdown come dottori, infermieri e cassieri dei supermercati persone diventate indispensabili, mentre i rider sono stati totalmente schiacciati nonostante ci abbiano salvato in una situazione del genere. Gli eroi denigrati. Gli abbiamo dedicato una canzone dal punto di vista myssketiano senza nessuna velleità, noi non abbiamo la verità in pugno, ma ci sembrava giusto farlo.
Inglese, tedesco e greco antico, da dove arriva questa M¥SS KETA poliglotta?
Abbiamo dato al mio personaggio una teatralità. Utilizzo tanti idiomi perché lingua, testi, musica non devono essere limiti proprio come il cielo del titolo.
Ma in greco antico cosa canti?
E’ un antico proverbio che praticamente dice che se chiedi qualcosa devi anche essere disposto ad ascoltare quel che non vorresti sentire.
Due il nuovo singolo che ha la base di Two Times è forse il pezzo più pazzerello del disco con quella coda strumentale totalmente RIVA!
Sì, Due è una canzone assurda, è matta, satura, ipercarica, raddoppiata, potenziata, una Myss Keta sguaiata che non si tiene assolutamente. Riassume il nostro pensiero sul mondo contemporaneo, in cui siamo sempre sovra-stimolati, sovraeccitati. Un mondo che ci porta inevitabilmente ad un’entropia totale. È il riassunto, la somma di tutto e qui RIVA sì, si è sbizzarrito.
Prima hai dichiarato di sentirti sciura? Devo pensare che la party girl che conosco è cambiata?
Oggi mi sento sciura per il tailleur pantalone che indosso e per la location pazzesca in cui siamo, perché passare una giornata in cima alla torre Galfa ci fa sentire signorissimi e ricchissimi! Poi ovvio che M¥SS rimarrà sempre la party girl che tu hai ben conosciuto, diciamo che quel lato lì non glielo togli, purtoppo o per fortuna ai postumi l’ardua sentenza! Io ti dico per fortuna perchè M¥SS KETA è vera ed è così sempre sulla scena e fuori.